L’insufficienza respiratoria è una condizione clinica che si verifica quando l’apparato respiratorio non riesce a garantire un adeguato scambio di gas. Tale circostanza, infatti, si manifesta in presenza di un’alterata ossigenazione del sangue o se c’è una difficoltosa eliminazione dell’anidride carbonica. Classificare in modo corretto il disturbo e comprenderne le cause sono due aspetti indispensabili per fare diagnosi e trattare la problematica in modo adeguato. L’insufficienza respiratoria può avere un decorso cronico o insorgere improvvisamente, in quest’ultimo caso è bene intervenire prontamente per evitare conseguenze gravi, come il danneggiamento degli organi vitali, l’arresto cardiaco o la morte.
Cos’è l’insufficienza respiratoria
L’insufficienza respiratoria si verifica quando i polmoni non riescono a fornire abbastanza ossigeno al sangue, situazione nota come ipossia, o non riescono a rimuovere adeguatamente l’anidride carbonica, circostanza definita ipercapnia. L’insufficienza respiratoria si può classificare in:
- acuta, si sviluppa rapidamente e rappresenta un’emergenza medica;
- cronica, si manifesta nel tempo e richiede un monitoraggio costante e trattamenti specifici.
Tipi di insufficienza respiratoria
Esistono due principali tipologie di insufficienza respiratoria, che si classificano in base e ai livelli di ossigeno e anidride carbonica nel sangue. Nello specifico si parla di:
- insufficienza respiratoria di tipo 1, caratterizzata da ipossia. In tali circostanze si presenta una riduzione della concentrazione di ossigeno nel sangue, che è accompagnata da livelli normali o bassi di anidride carbonica. Questa situazione si può manifestare in concomitanza di polmonite grave, insufficienza cardiaca o renale, fibrosi polmonare e sindrome da distress respiratorio acuto.
- Insufficienza respiratoria di tipo 2. In questo caso si registra sia ipossiemia che ipercapnia in quanto il corpo non è in grado di eliminare efficacemente l’anidride carbonica. Questo tipo di insufficienza respiratoria spesso è associato a ostruzione o restringimento delle vie aeree, lesioni a livello di polmoni o tessuti circostanti, patologie come Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), ma anche malattie neuromuscolari e lesioni al midollo spinale.
Cause dell’insufficienza respiratoria
Le cause dell’insufficienza respiratoria possono essere molteplici. La problematica può esordire non solo in seguito ad alterazioni dei polmoni ma anche a malattie che coinvolgono cuore, muscoli respiratori o sistema nervoso centrale.
Malattie polmonari
Tra le malattie polmonari che possono determinare l’insufficienza respiratoria si annoverano:
- BPCO, una patologia che compromette la capacità di scambio dei gas a causa di un’infiammazione cronica delle vie aeree. In tale circostanza si crea uno stato di ipercapnia che può peggiorare con la progressione della malattia, fino a richiedere una ventilazione meccanica.
- Polmonite, un’infezione sostenuta da virus o batteri che rende più difficile lo scambio tra ossigeno e anidride carbonica.
- Fibrosi polmonare, una condizione in cui il tessuto polmonare diventa rigido, quindi gli scambi gassosi sono molto difficoltosi.
- Asma grave, che non risponde alle classiche cure farmacologiche. In questo caso si manifesta una broncocostrizione che porta a un’insufficienza respiratoria.
Danni al sistema nervoso centrale
Anche alterazioni che colpiscono il Sistema Nervoso Centrale possono causare problematiche respiratorie. Infatti, dal tronco encefalico, situato alla base del cervello, partono gli impulsi nervosi che determinano il ritmo base della respirazione. Lesioni cerebrali, eventi patologici acuti, ad esempio un ictus ischemico, oppure overdose da sedativi e narcotici possono portare a un danneggiamento di tale area e, di conseguenza, favorire l’esordio dell’insufficienza respiratoria.
Malattie neuromuscolari
Le malattie neuromuscolari sono un gruppo di patologie progressive e croniche che determinano alterazioni di muscoli e nervi e portano a difficoltà non solo nei movimenti ma anche a livello respiratorio. Alcune malattie che possono causare l’esordio di insufficienza respiratoria sono Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), distrofia muscolare e sindrome di Guillain-Barré.
Cause cardiovascolari
Come accennato in precedenza, le problematiche respiratorie possono essere connesse anche al malfunzionamento di organi differenti rispetto ai polmoni. In particolare, la salute del cuore è molto importante per il benessere dell’apparato respiratorio. Infatti, l’insufficienza respiratoria può presentarsi insieme a scompenso cardiaco e edema polmonare cardiogeno.
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Sintomi dell’insufficienza respiratoria
I sintomi dell’insufficienza respiratoria variano a seconda della gravità della patologia, infatti, si manifestano velocemente quando il disturbo è acuto, mentre esordiscono lentamente e in maniera sfumata se la patologia è cronica. In presenza di sintomi improvvisi ci si trova davanti a una condizione di emergenza che richiede un pronto intervento da parte del personale sanitario, in queste circostanze bisogna recarsi velocemente in ospedale. L’insufficienza respiratoria, di norma, si presenta con:
- Dispnea, cioè difficoltà respiratoria, che può essere una vera e propria “fame d’aria” o, piuttosto, un respiro affannoso.
- Cianosi, che porta a una colorazione violacea della pelle, segno di una carenza di ossigeno nel sangue.
- Tachicardia, il cuore batte più velocemente per cercare di compensare la ridotta ossigenazione ematica.
- Confusione mentale e agitazione causate dalla mancanza di ossigeno nei tessuti cerebrali. Parallelamente a ciò si registra anche un’eccessiva quantità di anidride carbonica nel corpo che può determinare sonnolenza, vertigini e anche uno stato di incoscienza.
A questi sintomi nella patologia cronica si associano stanchezza costante, tachipnea e ridotta tolleranza all’esercizio.
Diagnosi di insufficienza respiratoria
La diagnosi di insufficienza respiratoria richiede una valutazione clinica approfondita e test diagnostici che permettono di identificare la causa sottostante al sintomo così che si può stabilire il livello di compromissione della funzione respiratoria. In particolare, lo specialista può richiedere di effettuare:
- emogasanalisi, che registra i livelli di ossigeno e anidride carbonica nel sangue, ciò aiuta a capire se è presente ipossiemia o ipercapnia.
- Radiografia del torace che consente di comprendere la causa sottostante all’insufficienza respiratoria. In modo particolare aiuta a individuare polmonite, edema polmonare e lesioni.
- Spirometria, un test di funzionalità usato per misurare il volume e la velocità del flusso d’aria nei polmoni, si usa di solito per identificare BPCO.
- Tomografia Computerizzata (TC) consente di approfondire alcune condizioni che sono risultate incerte con altri esami perché permette di avere una visione maggiormente dettagliata dell’area.
Trattamenti
Per contrastare l’insufficienza respiratoria si possono utilizzare differenti trattamenti, la scelta dipende dalla causa sottostante al problema. In prima istanza bisogna considerare se si tratta di un’alterazione cronica o acuta, in quanto per quest’ultima occorre un intervento d’urgenza. Gli obiettivi principali che si pone il medico quando prescrive un trattamento includono il miglioramento dell’ossigenazione sanguigna, la riduzione dei livelli di anidride carbonica circolanti e la cura o la stabilizzazione della patologia che ha portato questo sintomo. Qui di seguito le strategie utilizzate più di frequente per contrastare l’insufficienza respiratoria.
Ossigenoterapia
L’ossigenoterapia è uno dei trattamenti principali per l’insufficienza respiratoria di tipo 1. Consiste nella somministrazione di ossigeno supplementare attraverso una maschera o una cannula nasale, in questo modo si possono aumentare i livelli di ossigeno nel sangue e prevenire danni agli organi vitali. L’ossigenoterapia deve essere utilizzata con cautela nei pazienti con BPCO poiché livelli elevati di ossigeno possono sopprimere lo stimolo respiratorio e aggravare l’ipercapnia.
Ventilazione meccanica
Nei casi più gravi di insufficienza respiratoria, sia di tipo 1 che di tipo 2, potrebbe essere necessaria la ventilazione meccanica. Quest’ultima è una procedura in cui un macchinario sostituisce la funzionalità polmonare. In tal senso esistono due modalità principali per favorire l’ossigenazione del sangue e rimuovere l’anidride carbonica. Nella ventilazione non invasiva tramite una mascherina facciale si crea una pressione positiva che aiuta a mantenere pervie le vie aeree e facilita lo scambio gassoso. Tale metodologia è utilizzata in pazienti con BPCO e insufficienza respiratoria ipercapnica. Nella ventilazione invasiva, invece, è necessaria l’intubazione endotracheale per spingere meccanicamente l’aria nei polmoni. Si utilizza tale modalità nei pazienti con sindrome da distress respiratorio acuto e in quelli che sono in stato di coma.
Trattamento farmacologico
Il trattamento farmacologico varia a seconda della condizione di base che ha provocato l’insufficienza respiratoria. Tra i farmaci più comunemente utilizzati si possono citare:
- Broncodilatatori, utilizzati nei pazienti con BPCO o asma per aprire le vie respiratorie.
- Antibiotici, impiegati in caso di infezioni polmonari sostenute da batteri per eliminare l’agente patogeno.
- Corticosteroidi in grado di ridurre l’infiammazione nei polmoni e nelle vie aeree.
- Diuretici adatti in presenza di edema polmonare.
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Gestione della malattia acuta e cronica
Per i pazienti con insufficienza respiratoria cronica, che spesso sono affetti da BPCO o malattie neuromuscolari, la gestione a lungo termine è essenziale. La terapia in questo caso include anche percorsi di riabilitazione respiratoria in cui si effettuano esercizi che consentono di migliorare la forza e la funzione dei muscoli respiratori. A questo si può associare un supporto ventilatorio domiciliare.
Nei casi di insufficienza respiratoria acuta l’intervento tempestivo è cruciale. In questa circostanza oltre alla ventilazione meccanica e all’ossigenoterapia, potrebbero essere necessari trattamenti specifici, come la rimozione di un’ostruzione a livello delle vie aeree, il trattamento di un’embolia polmonare o la correzione di squilibri elettrolitici.
Prevenzione dell’insufficienza respiratoria
Per i pazienti con insufficienza respiratoria cronica, che spesso sono affetti da BPCO o malattie neuromuscolari, la gestione a lungo termine è essenziale. La terapia in questo caso include anche percorsi di riabilitazione respiratoria in cui si effettuano esercizi che consentono di migliorare la forza e la funzione dei muscoli respiratori. A questo si può associare un supporto ventilatorio domiciliare.
Nei casi di insufficienza respiratoria acuta l’intervento tempestivo è cruciale. In questa circostanza oltre alla ventilazione meccanica e all’ossigenoterapia, potrebbero essere necessari trattamenti specifici, come la rimozione di un’ostruzione a livello delle vie aeree, il trattamento di un’embolia polmonare o la correzione di squilibri elettrolitici.